Quando ci troviamo di fronte ad un dolore di ginocchio, spesso i medici specialisti prescrivono infiltrazioni intrarticolari con farmaci come l’acido ialuronico, la lidocaina o il cortisone. E’ proprio su quest’ultimo che vorrei soffermarmi. Il cortisone si sa, è uno dei principali farmaci antinfiammatori presenti sul mercato, veloce, economico ed efficace nel breve termine. Come ogni farmaco, anche il cortisone non è esente da effetti collaterali: può indebolire tendini, legamenti, ossa ed altre strutture coinvolte nell’articolazione. Inoltre, la piccola quota di farmaco che entra in circolo può risultare importante per alcune categorie di pazienti: un paziente scoaugulato ha un maggior rischio di sanguinamento all’interno dell’articolazione, negli atleti d’elitè potrebbe alterare i test di controllo antidoping, nei diabetici può aumentare la glicemia, negli ipertesi può aumentare la pressione arteriosa, negli immunodepressi aumenta il rischio di infezioni locali e nei pazienti con osteoporosi severa può aggravare il livello di compromissione dell’articolazione.
Sulla rivista The new England Journal of Medicine, una delle principali riviste di articoli scientifici, è stato pubblicato nel 2020 uno studio in cui sono stati messi a confronto due gruppi composti da 78 pazienti ciascuno con osteoartrosi di ginocchio: nel primo gruppo è stato eseguito solo un trattamento fisioterapico conservativo, nel secondo venivano utilizzate infiltrazioni di cortisone. A distanza di un anno, una volta rivalutati i pazienti, è risultato un netto miglioramento dei sintomi maggiore nel primo gruppo che ha svolto un trattamento fisioterapico rispetto al secondo gruppo con le infiltrazioni.
Questo ci suggerisce che di fronte a casi di osteoartrosi sia più efficace procedere con trattamenti conservativi fisioterapici, i quali permettono oltretutto di evitare gli eventuali effetti collaterali del cortisone elencati in precedenza.