Il termine tendinopatie include un gruppo di molteplici problematiche a carico dei tendini, dalle infiammazioni fino alle degenerazioni/rotture. Sono comunemente causate dalla ripetizione cronica di micro-sollecitazioni o da uno sforzo eccessivo che a lungo andare alterano la normale struttura tendinea, provocando dolore e difficoltà di movimento nelle principali articolazioni: spalle, gomiti, caviglie, polsi, ginocchia ed anche. Una sofferenza a livello tendineo può essere confermata con molteplici esami strumentali quali l’ecografia, la tac o la risonanza magnetica. Tuttavia speso risulta sufficiente un’esaustiva anamnesi del paziente e un’accurata valutazione clinica.
Facciamo un passo indietro, spieghiamo che cos’è un tendine. I tendini sono robuste strutture fibrose formate principalmente da collagene, che legano i muscoli alle ossa o ad altre strutture di inserzione. La loro principale funzione è quella di trasmettere la forza esercitata dai muscoli alle strutture alle quali sono connessi. Per sopportare tutte queste sollecitazioni, spesso violente, i tendini sono dotati di una elevata resistenza. Da tutto ciò si capisce fin da subito che il tendine è una struttura anatomica concepita per sviluppare forza e sopportare carichi, anche ingenti.
In un quadro di tendinite vi è quindi una sofferenza a carico di questi tessuti. A differenza di quanto si possa pensare, il modo migliore per risolvere una problematica di tendinite è iniziare fin da subito ad applicare la giusta quantità di carico al tendine, senza attendere inutili periodi di riposo o peggio ancora utilizzare tutori per immobilizzare l’articolazione interessata. In questo studio del 2015 vengono infatti indicati esercizi di contrazione muscolo-tendinea statica (propriamente detti isometrici, ovvero esistere ad una forza senza muovere l’articolazione interessata) come primo intervento per ridurre il dolore in un quadro di tendinopatia acuta.
Secondo questo articolo pubblicato nel 2018, dopo aver ridotto il dolore con carichi isometrici, bisogna procedere con esercizi di contrazione muscolo-tendinea dinamica isotonica, che comprende nello specifico carichi sia concentrici (il muscolo si accorcia sviluppando tensione) che eccentrici (il muscolo si allunga sviluppando tensione). Infine, nelle ultime fasi della riabilitazione tendinea, ci si concentrerà nel miglioramento della velocità e della potenza.
Per tali motivi dunque è consigliato partire fin da subito con una riabilitazione fisioterapica incentrata su esercizi mirati e ponderati correttamente, in relazione allo stadio di infiammazione in cui si trova il tendine interessato.