Osteopatia

Mal di testa: facciamo chiarezza.

La cefalea, comunemente detta “mal di testa”, rappresenta un quadro clinico sintomatico che un fisioterapista spesso si trova a dover far fronte.

La IASP (International Association for the Study of Pain) ha suddiviso le cefalee in 3 grandi gruppi:

  1. Cefalea cervicogenica: attacchi di cefalea moderata o mediamente forte, si presenta a ogni età, di solito in correlazione ad un trauma, a patologie articolari degenerative o a tipiche sollecitazioni posturali o di lavoro. Le posizioni del collo mantenute per un tempo prolungato o le attività ripetute che implicano il collo (estensione ripetuta del cervicale, lavoro al computer, dormire a pancia in giù, lavori di maglia, imbianchini, ecc.) possono intensificare i sintomi. Si presenta di solito unilaterale senza cambi di lato, di solito comprendente tutto l’emicranio; normalmente inizia a livello del collo o in zona suboccipitale ed include eventualmente la parte anteriore della testa e la zona delle tempie (quest’ultima spesso è la zona di massima espressione del dolore). Nella prima fase la cefalea compare a episodi di durata variabile; con il tempo assume progressivamente un carattere permanente, con peggioramento o miglioramento a fasi. I sintomi spesso vengono evocati con provocazioni meccaniche o posture scorrette a livello della colonna cervicale.
  2. Emicrania: attacchi di cefalea pulsante, spesso introdotti da un’aura con fenomeni visivi; il dolore può essere sia unilaterale che bilaterale. Presenza talvolta di nausea, vomito, fotofobia e fonofobia. Prevale in modo netto nel sesso femminile.
  3. Cefalea tensiva: cefalea pressoché ininterrotta, sorda e dolente, di solito simmetrica e spesso globale. Questa cefalea spesso viene collegata a “tensione” muscolare. Tuttavia la definizione di “tensione” può essere usata anche per indicare altri fattori quali stress, carico, paura e tensione emotiva. Frequentemente esiste un collegamento tra questi fattori psico-emotivi, come anche gli stati depressivi, e la cefalea tensiva. Negli stadi successivi si verificano saltuariamente dei peggioramenti con un richiamo alla cefalea pulsante ed alla nausea (raramente con vomito).

Nella pratica clinica non è sempre possibile fare una suddivisione chiara dei singoli pazienti: nei diversi tipi di cefalea molti sintomi si sovrappongono, nell’anamnesi dei pazienti spesso vengono descritti cambiamenti della stessa cefalea e alcuni pazienti rientrano in più di una categoria.

Il fisioterapista ha validi strumenti per affrontare tutti i tipi di cefalee. A livello generale si porrà attenzione soprattutto al tratto di cervicale alto (C0-C3), valutando sia passivamente che attivamente 4 principali sistemi: articolare, muscolare, fasciale e neurale. Il trattamento quindi comprenderà in linea di massima un approccio articolare con mobilizzazioni/manipolazioni a livello cervicale in caso di disfunzioni articolari cervicali, una riabilitazione muscolare dei muscoli (sub-occipitali, lunghi del collo, elevatore della scapola, trapezio superiore, SCOM, flessori profondi, ecc.) in caso di instabilità, un trattamento fasciale con massaggi di allungamento o di rilassamento e disattivazione dei punti trigger e, non ultimo per importanza, un trattamento sulle strutture nervose in caso di compromissione funzionale dei nervi o dei gangli spinali di questi livelli vertebrali. Nel caso specifico delle emicranie, infine, possono tornare utili le tecniche osteopatiche, tra cui lo svuotamento dei seni o ristabilire l’MRP craniale.

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